La Storia

LOGO IISL’Istituto di Istruzione Superiore “Fermi – Sacconi – Ceci ” nasce il 1 settembre 2017 dall’unificazione dell’Istituto Istruzione Superiore E. Fermi e l’Istituto Istruzione Superiore “Sacconi – Ceci” con delibera Giunta Regione Marche n. 83 del 30/01/20 .

Precedentemente, il 1 settembre 2015, veniva istituito giuridicamente l’ IIS “E. Fermi”, derivante dall’ unificazione dell’Istituto Tecnico Tecnologico e l’IPSIA di Comunanza

 

 

La storia del ITIS Fermi.

Logo ITIS FermiLa necessità di istituire in Ascoli Piceno un Istituto Tecnico Statale era molto sentita alla fine degli anni cinquanta perché i giovani ascolani desiderosi di conseguire il diploma di perito industriale dovevano recarsi a Fermo con tutti i comprensibili conseguenti disagi. L'ITIS nasce proprio come sede staccata dell'Istituto "Montani" di Fermo nell'anno 1959/60.

Nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 15 ottobre 1960, su decreto del Ministro G. Elkan, s'insedia il Commissario Governativo Marchese Piero Ambrosi Sacconi Natali; l'ing. Gino Postacchini viene nominato Preside incaricato del nuovo Istituto Tecnico Industriale Statale per chimici industriali con corso collaterale per Elettricisti. L'Istituto ha un corso completo di cinque classi con un totale di 138 allievi ospitati nella sede di via D. Angelini 18. Dopo il primo anno di funzionamento si dà vita ad un'intensa attività organizzativa delle officine e dei laboratori che debbono essere creati dal nulla. Il numero degli studenti cresce vertiginosamente tanto che nel 1964 le prime classi sono 12 per un totale di 1221 alunni. Ciò impone la richiesta di altre specializzazioni, per questo viene effettuato un referendum tra gli alunni i quali esprimono preferenze nell'ordine: Elettronica, Telecomunicazioni, Metalmeccanica, Termotecnica. 

A decorrere dall'anno scolastico 1964/65 vengono istituite le specializzazioni di Elettrotecnica ed Elettronica e Telecomunicazioni. Il record di affluenza registrato nei primi anni di attività crea infiniti problemi sia in relazione alla possibilità di reperire un numero sufficiente di aule sia in relazione alla difficoltà di attrezzare adeguatamente i laboratori, i gabinetti scientifici ed i reparti di lavorazione. In questi anni l'ITIS vede attivate cinque sedi: quella di via Pretoriana (Palazzo Ferretti) quella di via M. Federici (Palazzo GI) quella di via Soderini 10 (Palazzo Pascali) quella di via D. Angelini, a queste si aggiungerà la sede della Scuola Media Salaria inferiore per la specializzazione Materie Plastiche.

Nell'anno scolastico 1963/64 la presidenza passa all'ing. Calisto Minnucci e presidente del Consiglio di Amministrazione è l'avv. R. Tozzi Condivi.

Il primo ottobre 1966 è attivata la specializzazione di Materie Plastiche. Nel verbale del Consiglio di Amministrazione del 14 ottobre 1968 viene attestata la consegna del nuovo edificio dell'ITIS in via della Repubblica 31/A che all'inizio ospita solo le classi del biennio. Nell'anno scolastico 1967/68 la presidenza passa al prof. Gianfranco Capponi. Nel marzo 1969 viene chiesta la sezione serale per Elettrotecnici che va ad arricchire il numero delle altre specializzazioni.

Nell'anno scolastico 1974/75 la presidenza è assunta dal prof. Angelo Albertini; nel ventennio della sua presidenza vengono attivate le sperimentazioni delle specializzazioni. Nella seduta del Collegio dei Docenti del 6/11/81, i docenti sono chiamati a deliberare sulla proposta di intitolazione dell'Istituto che ne è privo dal 1959. Il preside Albertini dà come indicazione il nome di Enrico Fermi che viene preferito agli altri proposti: Natta, Calzecchi Onesti, Tozzi Condivi.

Il prof. Giorgio Lattanzi assume la presidenza nell'a.s. 1995/96. Con lui l'Istituto si avvia all'autonomia scolastica, prima in via sperimentale poi a regime. Si aggiunge alle preesistenti la specializzazione di Informatica di cui esiste già un corso serale per adulti lavoratori.

Il bacino di utenza dell'ITIS "E. Fermi" di Ascoli Piceno è costituito dal territorio del Comune di Ascoli e dei Comuni della Vallata del Tronto, sia della provincia di Ascoli che di Teramo. L'economia del territorio ascolano è a medio sviluppo, caratterizzata da:

- Un'agricoltura intensiva a valle, estensiva a monte, con basso indice di occupati.

- Un'industria di piccola e media impresa che mostra, solo di recente, segni di ripresa.

Nei toni chiaroscuri del territorio la disoccupazione, che si attesta intorno al 13%, si conferma come primo problema, accanto a quello della fragilità delle aziende.

Marcate difficoltà ed andamento tendenzialmente recessivo si registrano nella generalità dei settori merceologici, ma l'aggravamento più evidente è quello di alcuni comparti, quali quello tessile e quello edile, che, già da alcuni anni, va subendo una preoccupante contrazione.

Attualmente processi di ristrutturazione sono in atto nel settore metalmeccanico, in quello chimico e in quello alimentare. Il problema dello sviluppo economico ed industriale è strettamente connesso alla disomogeneità del territorio. Si identificano come azioni prioritarie, quelle tendenti a migliorare viabilità stradale e ferroviaria, non secondari i problemi dell'energia e dell'apertura verso nuovi mercati, anche internazionali.

Risente della situazione anche il settore del commercio, più attivo nelle zone costiere, dove è trainante la spinta del turismo estivo. Tuttavia anche Ascoli potrebbe puntare sul turismo, quale città ricca d'arte e di storia, ma, per quanto si registri un certo incremento di presenze e di permanenze, nel complesso il turismo non riesce a decollare, per cui andrebbe più prospettato e più caratterizzato.

Il territorio in cui si colloca l'ITIS "E. Fermi" attraversa una fase di stasi nello sviluppo, ma nel contempo Ascoli, con la sua fisionomia particolare di antica città medioevale, ricca di storia e di tradizioni, costituisce un ambiente con una propria unicità; presenta i limiti di una città di provincia che può offrire stimoli circoscritti, sbocchi professionali limitati e conosce in forma molto più ridotta i problemi del degrado e della violenza che riguardano le aree metropolitane.

Si è rilevato recentemente che esistono pochi spazi per l'associazionismo giovanile, anche se ancora perdura la cultura del bar o della sala giochi ove trascorrere il tempo libero.

Sono presenti strutture sportive e palestre, quasi esclusivamente private; in questa direzione gli spazi potrebbero essere ampliati e migliorati, per incrementare la pratica dello sport.

Nella città sono attive due multisale cinematografiche, un teatro, un auditorium; i giovani si stanno aprendo all'interesse verso il cinema, poco sentita è la cultura teatrale o musicale, se si esclude la conoscenza di tipologie musicali tipicamente giovanili.

Per quel che riguarda poi l'abitudine alla lettura, la Città si attesta sugli indici nazionali, non certo consolanti, rispetto alla media europea. Con quanto detto non si vuol dare un quadro negativo del territorio di Ascoli Piceno, che presenta il profilo medio della città di provincia del centro, ma è certo che molto c'è da fare per incrementare lo sviluppo economico- sociale- culturale.

E' con questa realtà territoriale che la scuola deve confrontarsi, per fare in modo che la propria offerta formativa non abbia un profilo medio, ma risponda invece alle carenze e alle offerte del territorio, creando spazi aperti al mondo esterno ed inserendosi come soggetto attivo nella dinamica culturale, sociale ed economica, nell'ottica di un fecondo interscambio d'una attenta progettazione. Come stabilito dal Decreto legislativo del 31/3/1998 N.112, le esigenze progettuali e formative dell'Istituto si integrano con il ruolo svolto dagli Enti locali nel pieno rispetto dell'Autonomia Scolastica.

La programmazione formativa interagisce infatti con:

" Agenzie Nazionali per Progetti Europei e Progetti Assistiti dal Ministero;

" Regione Marche per calendario scolastico, formazione professionale post-secondaria e post-obbligo scolastico, formazione tecnico superiore, rete scolastica;

" Provincia per interventi di edilizia scolastica, fornitura di materiali d'ufficio, piani di utilizzazione dell'edificio e delle attrezzature;

" Enti locali per servizi di supporto organizzativo per gli alunni in situazione di svantaggio o di handicap e per contributi che sostengono la realizzazione del P.O.F.;

" A.S.L con consulenti ed esperti per servizi relativi al C.I.C.;

" Università, Associazione Industriale, Camera di Commercio per orientamento post-secondaria ;

" Scuole medie inferiori per orientamento post-scuola media;

" Ditte, Industrie del territorio ascolano per l'organizzazione di stage;

" Scuole superiori del territorio ascolano per accordi di rete e consorzi.

" La Fondazione della Cassa di Risparmio e la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno perché ancora una volta, fiduciosi delle valenze progettuali dell'Istituto, hanno contribuito finanziariamente alla realizzazione di particolari progetti e del P.O.F.2001/2002

 La storia dell' IPSIA Sacconi

Foto IPSIA AnticaCome sede della scuola il Comune di Ascoli Piceno mette a disposizione l'ex convento di S. Andrea occupato dalla comunità delle Agostiniane e la cui consegna viene effettuata soltanto il 15 Agosto del 1908.

Del primo anno scolastico 1908-1909 conosciamo praticamente tutto: il Preside allora chiamato Direttore, l’ing. Enrico Cesari scrive una relazione, da inviare a Ministero, nella quale dettagliatamente espone la vita della scuola in quel primo anno.

Sappiamo quindi da chi è formato il corpo insegnante e non Insegnante.
Le materie di insegnamento, allora come ora, si possono dividere in materie comuni e materie specifiche per i vari indirizzi.

Le materie comuni sono:
- Lingua Italiana, Diritti e Doveri dei cittadini, nozioni di Storia e Geografia;
- Elementi di Matematica e di Scienze Naturali;
- Disegno ornamentale e disegno geometrico.
- Plastica.

Anche le esercitazioni di officina sono comuni, ma limitatamente al primo anno, cioè tutti gli allievi nel primo anno svolgono esercitazioni di OFFICINA FERRO, OFFICINA LEGNO, OFFICINA DELLA PIETRA, indipendentemente dalla sezione che hanno scelto, mentre nel secondo e terzo anno frequentano soltanto l'officina corrispondente alla sezione a cui sono iscritti. Anche alcune materie teoriche, come la MECCANICA, hanno un programma comune alle tre sezioni nel primo anno, per poi differenziarsi negli anni successivi.

Appena si apre la scuola "Sacconi” alcune Scuole Serali, organizzate dalla Camera di Commercio, che non hanno una sede fissa vengono abbinate alla Scuola d'Arte e Mestiere. Si tratta della Scuola Serale di Commercio e della Scuola Serale di Disegno. A testimonianza della perfetta organizzazione che la Scuola Sacconi si è data, c'è l'effettuazione dei corsi extra-scolastici che fanno della Scuola un centro di cultura cittadina, di cui tutti possono usufruire. Vengono infatti organizzati un Corso di Istruzione ed Esami per Conduttoridi Caldaie a Vapore ed un Corso sulle Precauzioni contro i Pericoli della Corrente Elettrica. I Corsi extra-curricolari saranno anche in futuro una caratteristica della Scuola e solo nella seconda metà del Novecento essi termineranno del tutto perchè organizzati presso altre istituzioni.

All'inizio dell'anno scolastico 1923-24, e precisamente il 18 novembre, il direttore Cesari muore. Con Cesari termina quella prima fase della storia della scuola che possiamo definire pionieristica, dopo di che la scuola comincia a funzionare a pieno ritmo. Anche le Sezioni del Legno e della Pietra sono diventate quadriennali e hanno preso il nome di Sezione Ebanista Intagliatore e di Ornatista in Pietra.

Dall'anno scolastico 1924-25 viene aggiunto alla Scuola un "Corso di perfezionamento in Elettrotecnica” che costituisce, per i provenienti dalla sezione meccanici-elettricisti una sorta di quinto anno. Le materie del corso di specializzazione sono le seguenti: Misure Elettriche, Esercitazioni di Misure, Telegrafia, Macchine ed Impianti Elettrici, Disegno tecnico, Laboratorio di Elettromeccanica.

Dopo la morte del primo Direttore Enrico Cesari prende il suo post per due soli anni l'ing. Monaci, per poi lasciare l'incarico al nipote di Enrico Cesari:l'ing. Pietro Enrico Cesari. L'ing. Pietro Enrico Cesari rimane Direttore della Scuola Sacconi dall'anno scolastico 1925-26 all'anno scolastico 1949-50.

Nel frattempo il vecchio convento di Sant’Andrea comincia ad essere stretto per una scuola in continua espansione e, alla fine degli anni ‘20 del secolo scorso, viene dato l’incarico al celebre architetto Pilotti della progettazione per la trasformazione del vecchio convento in una nuova scuola.

Nel periodo prebellico, il Regio Decreto 31/8/1933 sancisce la creazione del corso superiore biennale e cioè della SCUOLA TECNICA INDUSTRIALE

Il periodo bellico suggerisce poi di organizzare corsi nei quali le donne si possano esercitare in lavori solitamente riservati agli uomini cosi il Centro Federale di Mobilitazione Civile d'intesa con l'INFAPLI, organizza nell'estate del 1940 corsi detti semplicemente di Mobilitazione Civile per Telegrafiste Tornitrici-Trapanatrici, Impiegati di Azienda ecc. .

La scuola Sacconi viene prescelta per applicare in via sperimentale nell'anno scolastico 1940-41 il nuovo ordinamento delle Scuole Professionali, in applicazione delle direttive della Carta della Scuola, nelle sezioni per Meccanici ed Elettricisti. Da quell'anno scolastico infatti il corso superiore biennale è riservato soltanto a queste due specializzazioni. Dal corso superiore scompare l'Officina Legno, l'Officina Pietra era gia stata eliminata qualche anno prima. Rimane ancora l'insegnamento di queste due discipline nei corsi dell'avviamento inferiore e nei corsi per maestranze.

Nel dopoguerra, con l'avvento della Repubblica la Regia Scuola Tecnica Industriale si chiama semplicemente Scuola Tecnica Industriale, è sempre biennale e le sezioni per Tecnici Elettricisti e per Tecnici Motoristi rimangono così inalterate fino al 1959.

Dall'anno scolastico 1959-60 nasce l'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato di durata triennale. Le prime sezioni che funzionano sono la sezione Meccanico Riparatore di Automezzi (che eredita la vecchia sezione per Tecnico Motorista e la sezione Elettricista Installatore in Bassa Tensione (che eredita la vecchia sezione per Tecnico Elettricista).

Nell'anno scolastico 1960-61 viene attivata anche la sezione Meccanico Tornitore e nell'anno scolastico successivo le novità sono ben due l'elettronica entra ufficialmente nella Scuola,dove fin a ora era stata trattata solo in alcuni dei corsi esaminati; nasce infatti la sezione Montatore e Riparatore di Apparecchi Radio e contemporaneamente nasce la sezione coordinata di Montegranaro ove viene attivata la sezione (biennale) per Modellisti Tagliatori per Calzature che passerà all'I.P.S.I.A di Fermo nel 1968-69.

Nell'anno 1962-63 e la volta della attivazione della sezione per Congegnatori Meccanici, mentre nell'anno successivo nasce anche la sezione Elettricista per Automezzi.

Partito nell'anno 1988-89, il "Progetto '92" dal 1995 diviene di ordinamento per tutti gli Istituti professionali funzionanti sul territorio nazionale. La scuola professionale uscita da tale cambiamento poco somiglia a quella di un tempo. Nella nostra scuola nascono tre indirizzi triennali che forniscono la qualifica professionale:
- Biennio Elettrico-Elettronico con monoennio di Operatore Elettrico e di Operatore di Elettronica Industriale.
- Biennio Meccanico-Termico con monoennio di Operatore Meccanico e di Operatore Termico;
- Biennio Abbigliamento e Moda con monoennio Operatore della Moda

I Bienni post-qualifica che nascono dagli indirizzi triennali e che forniscono la maturità professionale vengono denominati: Tecnico delle Industrie Elettriche; Tecnico delle Industrie Elettroniche; Tecnico Industrie Meccaniche; Tecnico Sistemi Energetici; Tecnico Abbigliamento e Moda.

Nell’anno scolastico 1995-1996 viene istituito l’Indirizzo Ottico, indirizzo di tipo sanitario che fornisce la qualifica di Operatore Ottico e la maturità professionale di Ottico. E’ un indirizzo che rappresenta un po’ il fiore all’occhiello della scuola dato che in Italia sono pochi gli Istituti che posseggono tale indirizzo e che richiama alunni anche dalle province limitrofe.